Agire subito per prevenire: perché è fondamentale restare a casa

Lo si poteva prevedere con buona approssimazione già diverse settimane fa, quando la città di Wuhan adottava misure drastiche per contenere la crescita esponenziale dei contagi da Covid-19, ma si è agito in ritardo nonostante avessimo sotto gli occhi quel che sarebbe accaduto.

Sono passate esattamente due settimane da quando Tomas Puyeo, 33enne nato a Nantes da genitori spagnoli e trasferitosi in California per specializzarsi in psicologia, ha pubblicato uno degli articoli più cliccati sul Coronavirus.

Tradotto in 30 lingue e letto da 24 milioni di persone soltanto nei primi tre giorni mostrava, attraverso grafici e modelli matematici, in che modo la crescita esponenziale avrebbe impattato le realtà dei paesi in cui si stavano verificando i primi casi.

Il virus “sta arrivando a una velocità esponenziale: gradualmente e poi all’improvviso.” – scrive Puyeo – È questione di giorni. Forse una settimana o due.” E aveva perfettamente ragione.

In quei giorni la Spagna contava 1.200 casi ufficiali, la Francia 1.400 e la Germania meno di mille. Il bollettino di questa mattina, lunedì 23 marzo, mostra circa 25 mila casi accertati in Spagna, poco meno di 22 mila in Germania e 15 mila in Francia.

Quando lo farà, – proseguiva Puyeo nella sua introduzione – il tuo sistema sanitario sarà sovraccarico di lavoro. I tuoi concittadini saranno curati nei corridoi. Gli operatori sanitari saranno esausti. Alcuni moriranno. Dovranno decidere quale paziente riceverà l’ossigeno e quale morirà. L’unico modo per impedire questo scenario è l’isolamento sociale oggi. Non domani. Oggi.

Casi confermati VS casi reali

A Wuhan la città è stata chiusa quando sono stati accertati 400 casi in un solo giorno. Il giorno dopo altre 15 città di Hubei hanno fatto lo stesso.

In realtà, secondo il modello della crescita esponenziale, quel giorno furono circa 2.500 i contagiati nella sola Wuhan e se non fosse stato per il tempestivo intervento del governo la curva non si sarebbe arrestata.

Quanto accaduto in Italia subito dopo l’ondata cinese non è stato subito recepito dagli altri paesi dell’Unione Europea, che solo ultimamente stanno cercando di arginare il fenomeno imponendo maggiori restrizioni.

Perché è importante appiattire la curva

Lo stato di pandemia dichiarato ufficialmente dall’OMS la scorsa settimana significa una sola cosa: il virus al momento non può essere debellato e l’unica soluzione è limitarne l’impatto sulla popolazione.

Da questo punto di vista l’esempio del Taiwan è stato esemplare. Nonostante la sua vicinanza con la Cina i casi registrati sono stati meno di 50 e sin dall’inizio sono state prese delle misure specifiche in virtù di quanto appreso dopo l’ondata SARS.

In questo documento sono elencate tutte le contromisure adottate per contenere la diffusione sin dall’inizio.

Tasso di mortalità

I dati degli ultimi giorni sono stati dei veri e propri bollettini di guerra per le nazioni più colpite. In Italia sembra che la curva stia rallentando la sua crescita ma gli oltre 800 decessi registrati in una sola giornata sono un numero impietoso.

La situazione si fa ancora più grave in Spagna, dove il tasso di mortalità sembra poter superare i livelli dell’Italia, ben al di sopra del 3,4% stimato dall’OMS e nettamente superiore allo 0,3% registrato in Germania.

Come spiega Poyeo nel suo articolo, i due modi per calcolare il tasso di mortalità sono Morti/Casi Totali e Morti/Guariti:

È probabile che il primo sia sottostimato, perché molti casi aperti possono ancora finire con il decesso del paziente. Il secondo è sopravvalutato, perché è probabile che i decessi avvengano più rapidamente delle guarigioni.

Sappiamo bene che queste percentuali cambieranno a stretto giro e la forbice si restringerà, ma è un dato di fatto che in alcuni paesi si muore più che in altri.

E la chiave risiede inevitabilmente nella capacità che i sistemi sanitari dei rispettivi hanno di gestire i casi più gravi, a prescindere dalle considerazioni sull’età media della popolazione dei paesi interessati.

Ecco link utile per leggere l’articolo completo in lingua italiana.

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