SCUOLA E RISTORAZIONE - Come cambieranno dopo la riapertura?

La Fase Due è ormai alle porte e se tutto va come speriamo, presto tutte le attività potranno pian piano riprendere il lavoro. Certo dobbiamo essere prudenti e soprattutto bravi nel seguire tutte le indicazioni date per contenere il virus, ma se non altro possiamo già cominciare a immaginare come potrebbe essere il futuro.

Perchè una cosa è certa, qualche cambiamento dovremo per forza farlo e il prossimo periodo sarà di convivenza forzata con qualche limitazione.

Come cambierà la scuola

Argomento assolutamente primario, anche se fin qua lasciato un po’ in secondo piano travolti dall’emergenza sanitaria. Ma già ora è necessario provare a pensare a come potrebbe essere la scuola del prossimo futuro dovendo fare i conti con il virus.

Al netto che il Governo deve ancora decidere per certo come (e se) affrontare gli esami di fine anno (si parla di esami singoli almeno per le superiori), proviamo ad andare più in là, fino a settembre, quando le scuole dovrebbero riaprire.

Tutto da inventare il protocollo di sicurezza in questo caso, con probabili scanner per le temperature all’ingresso (di studenti, docenti e bidelli). Si parla anche di classi divise a giorni alterni, dove metà frequenterà in aula e metà da casa, data la necessità di mantenere distanze altrimenti impossibili in classe con tutti gli alunni presenti.

Forse anche doppi turni per alcuni, il che renderebbe necessario (come anticipato anche da Conte nell’ultimo decreto) l’assunzione di un buon numero di nuovi insegnanti (sono oltre sessantamila secondo le ultime news i nuovi i posti in programma).

L’apertura comunque non dovrebbe avvenire prima di settembre ormai, anche se sono in valutazione delle possibilità almeno per i campi estivi, necessari soprattutto in funzione dei tanti lavoratori che presto dovranno tornare alle loro occupazioni (e in questo caso senza la possibilità di appoggiarsi ai nonni, chi poteva, visto che sono proprio la fascia più a rischio)

Come cambierà la ristorazione

Altro argomento molto caldo e difficile è quello della ristorazione, con diverse soluzioni al vaglio tutte però con pro e contro del caso. Non a caso saranno tra gli ultimi a riaprire i battenti.

Si parte dal presupposto che per mantenere il distanziamento sociale tra i tavoli, i titolari delle attività dovranno fare un grosso taglio ai posti sedere, con relativo calo di entrate più o meno notevole a seconda delle tipologie dei locali.

Metà clienti in contemporanea dunque, renderanno necessario magari fare più turni su orari diversi (magari con agevolazioni di prezzi per le fasce meno gettonate), oltre naturalmente a ripensare dove possibile la stessa disposizione all’interno e negli esterni del locale.

Conviene in un momento come questo fare investimenti su strutture capaci di offrire ai clienti tutta la sicurezza che il momento esige? Magari prenderanno piede disposizioni per salette private, separè di vario tipo (anche se il Plexiglass non sembra avere molto successo), spazi comunque più agevoli.

Una cosa appare certa, lo sviluppo del delivery subirà una netta impennata. Un percorso peraltro già avviato prima di tutto questo, ma che ora diventa una vera e propria possibile via d’uscita per molti ristoratori. Anche in questo caso, potrebbe valere la pena investire su servizi di qualità, aumentare il numero di consegne (anche senza affidarsi a servizi esterni dedicati). Ma c’è da fare i conti anche in quel caso con i margini di guadagno. Oltre ai costi che potrebbero aumentare con le necessarie sanificazioni continue e alcuni dispositivi aggiuntivi.

Per non parlare dei Bar, dove spesso gli spazi sono ancora più esigui e soprattutto le dinamiche di servizio totalmente incompatibili al momento, con le nuove disposizioni. Insomma, sarà un settore certamente molto colpito e con strade difficili da seguire. Senza contare poi l’impatto che potrebbe esserci sulla disponibilità finanziaria degli stessi clienti dopo questa crisi.

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